La sindrome di Ménière è una patologia che coinvolge l’orecchio nella parte interna. Tale malattia può provocare degli episodi di tipo momentaneo ma in forma ripetitiva, come le vertigini e il senso di nausea. Oltre alla perdita dell’udito.
Nel corso del tempo il ripetersi di tali sintomi può causare un netto peggioramento, per quanto riguarda lo stato di salute del paziente. Difatti se si inizia per esempio con una capacità uditiva minore, può tramutarsi in una forma permanente fino a diventare una sordità totale.
L’unico dato certo che si ha a disposizione attualmente, è che questa sindrome ha come peculiarità una raccolta anormale di endolinfa, nel labirinto dell’orecchio interno.
Non esiste una cura precisa per la sindrome di Ménière, ma ci si può attenere a vari trattamenti di genere sintomatico, capaci di rendere migliore il tenore di vita dell’ammalato.
Indice
Cos’è esattamente la sindrome di Ménière
La sindrome di Ménière è una malattia di tipo cronico che va a colpire l’orecchio interno, causando quindi manifestazioni come la carenza di equilibrio e acufeni, chiamato colloquialmente fischio all’orecchio.
E’ una condizione che si presenta solitamente come un disturbo unilaterale; in alcuni casi però la patologia può coinvolgere entrambe le orecchie, soprattutto se si trascina o riappare per un arco di tempo che dura due o tre anni.
Questa specifica patologia può colpire qualunque persona e può manifestarsi a qualsiasi età. Statisticamente parlando però è più diffusa tra le donne e la maggior parte dei pazienti hanno già compito i 40 anni.
Quali sono le cause della sindrome di Ménière
La sintomatologia di questa patologia è provocata proprio dall’accumulo inconsueto di endolinfa all’interno del labirinto membranoso, che comporta una distensione delle strutture che la contengono. Questo tipo di procedimento causa quindi dei danni, a livello delle cellule che costituiscono l’epitelio di labirinto e coclea. Poi innalza la pressione interna e l’alterazione inerente la segnalazione nervosa tra l’orecchio interno e il cervello.
La causa specifica di questa sindrome oggigiorno è ancora sconosciuta. Però gli esperti hanno fatto delle ipotesi a riguardo, riguardanti eventuali cause:
- Anomalie di tipo vascolare
- Infezioni di genere virale
- Forme di allergie
- Meccanismi di tipologia autoimmune
- Fattori di familiarità e genetici
- Procedimento di ossificazione in modo parziale, dei canali dell’apparato vestibolare
- Alterazioni riguardanti il contenuto ionico e salino dell’endolinfa.
I sintomi da tenere sotto controllo
I sintomi di questa patologia si mostrano principalmente attraverso l’ipoacusia, ovvero il calo o addirittura perdita temporanea dell’udito. Poi ci sono le vertigini, la nausea e il vomito, i classici fischi nell’orecchio e una fastidiosa sensazione di “tappo”. Ulteriori sintomi che possono risultare meno comuni sono improvvisi mancamenti, senza però perdere coscienza.
Gli attacchi presenti nella prima fase si mostrano in forma transitoria e con episodi che si mostrano piuttosto acuti, mentre nella fase più avanzata, determinati sintomi iniziano a mostrarsi in una forma permanente.
Come per esempio la perdita dell’udito che può diventare, come è stato sottolineato precedentemente, un danno irrimediabile. A tal punto da farlo tramutare in una sordità completa dell’orecchio. Altri sintomi che possono diventare permanenti sono gli acufeni, come pure le vertigini.
Inoltre tra le complicazioni correlate a questa sindrome ci sono anche stati d’ansia e di depressione, per via dell’aspetto qualitativo della vita che risulta essere piuttosto scadente.
Sindrome di Ménière, le possibili terapie
Come è stato precisato poc’anzi, non esistono delle cure specifiche per questo problema di salute.
Comunque coloro che sono affetti da questa patologia, possono ottenere un supporto tramite dei trattamenti sintomatici. In modo da riuscire ad attenuare la sintomatologia, così da poter conseguentemente migliorare lo stile di vita in forma generale dei pazienti.
Se si tratta di un caso non grave, i trattamenti sono basati prettamente sull’utilizzo dei medicinali. Mentre nei casi più gravi la terapia di genere sintomatico può prevedere anche un intervento in forma chirurgica.
È importante sottolineare che un certo modo di vivere può permettere al paziente di poter usufruire di particolari benefici. Per esempio l’attività fisica eseguita regolarmente e un modo di alimentarsi quasi privo di sale, può avere un impatto considerevole sul quadro sintomatologico.
I farmaci di tipo antiemetico sono di grande utilità per la gestione delle vertigini, del vomito e del senso di nausea.
La soluzione chirurgica
Nel momento in cui i trattamenti basati sull’uso di medicinali appositi non dovesse avere alcun effetto soddisfacente, allora bisognerà ricorrere alla chirurgia.
Tra le alternative a livello chirurgico ci sono:
- La decompressione del sacco endolinfatico, per ridurre la pressione dell’endolinfa
- La labirintectomia, cioè l’asportazione del labirinto dell’orecchio
- La sezione del nervo vestibolare, ovvero l’incisione del nervo attinente l’equilibrio
- La terapia a micropressione, basata sull’uso di uno strumento appropriato, che provvede a inviare degli impulsi di pressione. Questi ultimi hanno la capacità di far defluire l’endolinfa, dai punti dove si è andata ad accumulare. Così da riuscire a far calare la pressione interna del labirinto.